LA FINE NON SI ACCETTA MAI

Per quanto ce lo avessero detto che sarebbe arrivato il momento, che la speranza si sarebbe affievolita come il suo respiro, che il pallore del suo volto avrebbe spento ogni nostro desiderio, che la pelle grinzosa ci avrebbe ricordato i chili perduti, la fine della vita non si accetta mai. Noi dobbiamo ancora mangiare l'ultima pizza insieme. Lui me lo ha detto pochi giorni fa che il suo desiderio è di portarmi in centro, nella pizzeria più cool del paese, sorreggendosi al mio braccio e vestito come un palombaro per non prendere freddo. Ma lo vuole fare. Me lo ha ripetuto tutte le sere, fino a ieri, quando il medico che lo ha visitato mi ha detto "signora, è arrivato il momento...".
"E' arrivato il momento?". "Quale momento ?".
Io non lo accetto nemmeno dopo stamane, quando l'ho visto vomitare verde e sudare freddo, con i brividi. E nemmeno quando il termometro ha segnato 41°. "Dai, con la tachipirina dovrebbe scendere la temperatura!!!", ho urlato. "Ti metto del ghiaccio sulla fronte amore mio. Ti scopro? Ti copro? Non mi rispondi nemmeno!".
Che vita assurda la nostra. Così piena, ricca, forte, ed ora così vuota, povera, debole.
Abbiamo puntato tutto sulle nostre due vite. Le abbiamo fuse insieme e trasformato i difetti in una forza e i pregi in una ricchezza. I figli non sono venuti e noi siamo diventati un tutt'uno, come tutte le coppie, forse, che non ne hanno. Abbiamo costruito la nostra esistenza realizzando ogni nostro piccolo desiderio. Si, abbiamo vissuto, viaggiato, scoperto. Abbiamo realizzato il sogno di avere una casa tutta nostra, su due piani, con il tetto grigio, le finestre inglesi e i balconi azzurri. L'abbiamo riempita di foto e di gatti, due cani, la cocorita Kitty, le mie rose rosse, i tuoi iris blu.
Perchè amore mio?... perchè dobbiamo separarci?...
Il cancro non doveva farci questo.
Poteva prendere anche me allora, rubarmi a questa vita ingiusta che punisce i buoni e gli onesti.
La senti la mia mano sudata? Ti cerca, ti accarezza, ti scuote. Svegliati amore, non lasciarmi ora, ti prego resisti.
Oggi devo decidere. La morfina in una pompa a lenta cessione ti proteggerà dal dolore dell'addio ma tranquillizzerà anche me, quando mi siederò accanto a te, e ti guarderò volare via.
Ho fatto tutto il possibile? Me lo chiedo da giorni.
Si, ho fatto tutto il possibile. Abbiamo fatto tutto il possibile. Abbiamo sentito altri pareri, portato i cd con gli esami agli super specialisti, vagato in internet. Abbiamo fatto tutto il possibile.
Tutto.
Ecco, è giunta.
E questo dolore imponente ora è solo mio.
Dilania il mio cuore e mi fa sentire come un granello di sabbia in una spiaggia infinita. Non passerà, forse si affievolirà, forse, quando non sentirò più il tuo odore sul cuscino nel nostro letto. Quando saranno cadute tutte le foglie dei nostri alberi e la nuova stagione mi ricorderà che in inverno la neve attutisce anche i lamenti. Quando verrà anche il mio momento, e potrò chiudere gli occhi per sempre e raggiungerti, in un mondo migliore.

Dedicato ad Elena, che mi ha scritto fino ad oggi, minuto dopo minuto, del suo amato Luca. 
Sabato prossimo l'ultimo addio.

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