Appunti dal diario di una terapista del perineo. Postura & company

Nella pratica clinica mi capita di osservare, nei soggetti incontinenti, o con altre disfunzioni del pavimento pelvico, presenza di scoliosi, cifosi, iperlordosi della colonna vertebrale. Difetti strutturali della colonna o da atteggiamento scorretto perseverato negli anni, posture forzate sulla sedia della scrivania dell'ufficio, lombalgie da movimentazione di carichi impossibili. Ma mi capita anche di osservare schiene dritte, donne sedute con le gambe accavallate perfettamente in asse,  colli allungati e non "appiccicati" al decoltè, addomi piatti e glutei sospesi contro ogni gravità.
Postura e disfunzioni perineali rappresentano un binomio inscindibile ed è per questo che ho deciso di interessarmi particolarmente a questo ambito, ampliando la mia formazione in posturologia.
Nel mio quadernetto sgualcito, scritto perennemente a matita, appuntato in un angolino, leggo : "paziente seduta sul sedere". E' come se, anche camminando, la colonna vertebrale non avesse consistenza e si adagiasse sui glutei che risultano cadenti, con l'effetto ottico di fianchi più prosperosi, natiche flaccide e testa "insaccata" nelle spalle.
Basta una semplice camminata con un libro in testa, in avanti o indietro come i gamberi, a far cadere ogni certezza. La postura corretta è tanto più difficile da mantenere quanto più sono trascorsi anni di scorrettezza. Anche i muscoli ovviamente, erettori della colonna, circostanziali o direttamente connessi al bacino, possono risultare accorciati, "schiacciati", "induriti", rigidi, contratti, ed il lavoro di recupero è molto più arduo, ma non impossibile.
Leggo a tergo di una pagina: "la paziente parla al telefono abbassando il capo. Avvicina il mento al petto, è stretta nelle spalle che cadono in avanti, inclina il capo verso sinistra obbligando solo una parte dei muscoli del collo, a stiramento per tutta la telefonata".
Il perineo sostiene tutto il tronco e i visceri addominali secondo forze che devono essere ben distribuite. Una schiena iperlordotica cambia la statica e la dinamica pelvica, concentrando tutte le forze sul perineo anteriore (vescica, vagina, uretra), e aumentando il rischio di prolassi e incontinenza urinaria.
Questo è il punto di partenza. Le abitudini scorrette, spesso acquisite fin dall'infanzia. Per riabilitare il pavimento pelvico si parte dall'alto, dalla testa, fino ai piedi. Poichè esso non è un'entità isolata. Non è un solo muscolo. Ma una splendida e complessa interconnessione con tutte le ossa e tutti i muscoli del corpo.

Fanni Guidolin

Post più popolari