Io, urologo paziente

E poi arriva quella lettera non inaspettata ma mai voluta . E ti coglie come una vaga scontentezza mentre ti aggrappi esitante alle parole. È quella lettera in cui leggi "Ulss numero..." ....e si....  è proprio la tua. Caspita ti hanno richiamato. Hai consegnato quella provetta di sangue per lo screening del cancro alla prostata giorni fa, e anche se facevi finta di essertene dimenticato, ogni giorno controllavi la posta facendo scivolare la mano sul fondo della cassetta. No, niente. Meno male sospiravi. Tutto a posto. Nessun viso cupo ne' plumbeo.
E invece no. Eccola oggi. Quella lettera sbuca tra tante. Collisione improvvisa tra il tuo positivismo vitale e il negativismo cosmico. Non aspetti nemmeno di prendere il tagliacarte. Stracci via la linguetta ed estrai il verdetto mentre un brivido elettrico ti corre lungo la schiena. E poi senti caldo, freddo, e ancora caldo. Sbarri gli occhi increduli: P-O-S-I-T-I-V-O , PSA alle stelle.  La parola rimbalza sulla faccia dubbiosa mentre tieni lo sguardo fisso su ogni lettera. Hai la nausea e vuoi rifugiarti in casa a leggere meglio. Forse ti sei sbagliato. Forse si sono sbagliati. Sarà solo colpa dell'ipertrofia prostatica. Sarà solo colpa dell'età. Sarà solo colpa del fatto che sei un urologo e la fantasia corre più velocemente della realtà.
È strano sentirsi paziente quando i pazienti sei tu a doverli curare solitamente. Per te è la prima volta. Ora la biopsia tocca a te. Un esame che hai fatto agli altri migliaia di volte ma che ora ti pare di non conoscere affatto, e mai come in questo momento vorresti essere nato Donna. La tua  mente rifiuta ciò che potrebbe essere e ciò che il risultato potrebbe svelare ma il tuo corpo manifesta chiari segni. Da questo momento L'ansia ti pervade  come un liquido denso e appiccicoso. Non ti abbandona  un istante e i pensieri si fanno neri.
Slacci le scarpe mentre la testa fluttua in un luogo insondabile. La sbatti contro uno scalino della scala in legno, sopra di te, sempre esistito. Vedi già il tuo volto sbiancato sul lettino con l'ago al braccio. Il tuo primo ago al braccio. Un oggetto acuminato che nessuno vorrebbe.
Ti stendi sul divano e senti un vuoto tremendo. Quello nel quale ogni cosa è risucchiata. L'ombra della luna cammina sulla coperta e nessun rumore incrina la superficie di questa notte prima dell'esame. 
Hai paura. Ma lei ti è accanto. E, mai come ora, scopri quanto importante possa essere per te la sua presenza. 
Domani ti assisterà come sa fare con i suoi pazienti. Anche lei è medico come te.  E mentre le voci zampilleranno intorno, e tu sarai la' paziente, ad aspettare che l'ombra ingoi il tuo corpo, lei ti terrà  la mano, e ti bacerà la fronte, piano, per non disturbare la tua quiete.
E quando il sonno verrà a prenderti e ti porterà nel paese in cui ogni cosa futura  è già accaduta, baluginerà nell'oscurità quel medico ritrovato: te stesso. Quel fantastico uomo che non è altro che un essere umano, che conoscerà la paura e la saprà far affrontare meglio, domani, ai suoi pazienti.


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